NBA, Harden-Simmons: come cambiano Nets e Sixers

É sicuramente la trade che ha scosso il mercato nel suo ultimo giorno: il passaggio di James Harden ai Philadelphia 76ers in cambio di Ben Simmons, uno dei giocatori più discussi della stagione.

L’australiano fino ad oggi non ha ancora giocato una partita e ha spinto fin dall’inizio per essere scambiato. I malumori di Harden sono invece storia più recente, dovuti all’apporto part-time di Kyrie Irving e le basse speranze di titolo dopo l’infortunio di Kevin Durant.

La trade

Per concretizzare il passaggio di Harden, i Sixers si sono privati di Simmons, Seth Curry, Andre Drummond e due scelte per il 2022 e 2027. A Philadelphia, oltre all’MVP 2018, approda anche Paul Millsap.

La scelta 2022 è una first-round non protetta, mentre quella del 2027 è una first-round protetta. Lo scopo di Philly però non è sicuramente mettere da parte scelte per il futuro in stile OKC, ma garantirsi un titolo entro i prossimi due anni con una delle coppie guardia-centro più forti degli ultimi anni.

I Philadelphia 76ers

I Sixers hanno ottenuto il massimo sacrificando il minimo: Ben Simmons era ormai un peso per la squadra più che un vero e proprio asset e il roster ha dimostrato di essere comunque competitivo anche senza di lui.

Priorità per il front office era mantenere il core giovane, in primis Maxey e Thybulle, possibilmente senza rinunciare anche a Tobias Harris. Missione compiuta. La rinuncia principale è Seth Curry, tiratore mortifero capace di aprire notevolmente gli spazi per tiri dal perimetro. Drummond è una rinuncia necessaria, anche se la coperta dei lunghi a questo punto diventa molto più corta. Si alzeranno probabilmente i minutaggi di Bassey e Reed, con Millsap utilizzato occasionalmente come centro in un quintetto piccolo.

Il peso offensivo però è di livello assoluto. Embiid è al momento il top scorer della lega e con un Harden motivato a rifornirlo può diventare ancor più letale. D’altro canto avere un finalizzatore come Harden al fianco può sgravarlo da alcune responsabilità e aprire a scenari d’attacco molto interessanti e difficili da arginare per gli avversari.

Pensare ad un pick-and-roll o un pick-and-pop giocato da questi due dovrebbe far tremare parecchie difese nemiche.

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I Brooklyn Nets

I Nets hanno il potenziale per essere una forza devastante sui due lati del campo. Prima di tutto l’aggiunta di Simmons garantisce un difensore da primo quintetto All-Defensive, capace di contenere praticamente tutti i ruoli nella metà campo amica, e un attaccante in transizione di rara pericolosità. Se nel frattempo abbia lavorato sui limiti del suo gioco non è dato sapere, lo scopriremo tutti alla sua prima partita.

Seth Curry si unisce ad una batteria di tiratori come Joe Harris e Patty Mills, creando un terzetto di cecchini non da poco. Drummond è un’utile aggiunta al reparto lunghi e un buonissimo rinforzo per allungare la panchina. E appunto, la profondità dei Nets può diventare un grosso problema in vista dei Playoff.

Attenzione a Irving: lo Stato di New York solleverà a breve l’obbligo di vaccinazione per le attività al chiuso e questo potrebbe permettere al play di giocare tutte le rimanenti gare della stagione, casalinghe e in trasferta. Con lui a pieno regime e il ritorno di Durant nel post All Star Game, i Nets contano di riequilibrare le sorti della squadra e costruire la chimica necessaria per fare un percorso di successo in post season.

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Chi ci ha guadagnato?

Potenzialmente entrambe. La trade ha soddisfatto le richieste e le esigenze di tutte le parti interessate che hanno mantenuto chi volevano mantenere e ottenuto chi volevano ottenere. Resta ancora un’incognita la questione del fit tra i vari giocatori chiave ma sulla carta gli incastri sono praticamente perfetti. Solo il tempo e i risultati diranno chi è il vero vincitore in questo scambio.