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Rivers critica il comportamento di Lillard, Harden e Simmons

Austin Rivers commenta le richieste di trade di James Harden e Damian Lillard, con cui 76ers e Blazers stanno trattando

È un off season segnata dalle richieste di trade: prima Damian Lillard e poi James Harden, i quali vogliono andarsene rispettivamente da Portland e da Philadelphia.

Il rischio è che rimangano ai Blazers e ai Sixers ancora per un po’, visto che le rispettive dirigenze non vogliono svendere i propri fuoriclasse, che pian piano stanno manifestando i loro malcontenti.

L’insoddisfazione potrebbe svilupparsi in “sciopero” dalle attività della squadra al momento dell’inizio: il CBA (il Nuovo Contratto Collettivo) entrato in vigore il 1 luglio sottolinea che le franchigie possono negare la free agency ai giocatori in scadenza di contratto che decidono di restare fermi in segno di protesta. Dovesse succede per James Harden, Philadelphia avrebbe il diritto di non far diventare free agent il Barba la prossima estate.

Se fossi free agent, allora potresti scegliere dove andare, questo è il modo in cui funziona il settore. Ma quando non lo sei e firmi un contratto, fa parte del gioco. Se vieni scambiato in un’altra squadra, devi andare a giocare. Questo è iniziato con James [Harden] e Ben [Simmons] e tutti questi ragazzi che fanno queste cose. È dannoso per la lega

Austin Rivers, via Ringer NBA

Austin Rivers, figlio di Doc, è intervenuto proprio su questo aspetto evidenziando come questo fenomeno si sia sviluppato dai casi di James Harden e Ben Simmons ai tempi dello scambio Nets-76ers.

Sta prendendo sempre più piede in una NBA che al momento attende di vedere dove andranno a giocare l’ex Rockets e Lillard che, dopo 11 stagioni in cui è diventato simbolo dei Trail Blazers, non sposa più il progetto della franchigia non trovando uno sbocco vincente.

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