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Quale futuro per Zach LaVine?

Zach LaVine è rimasto in maglia Bulls al termine di questa sessione di mercato NBA, ma quali sono le prospettive future del giocatore?

Zach LaVine rappresenta senza alcun dubbio uno degli enigmi più complessi di questa sessione di mercato NBA appena conclusa. Il ventottenne made in UCLA ha ormai da tempo il cartello vendesi sulla schiena per espressa volontà dei Bulls che non vedono più in lui un pezzo utile per tornare a puntare al titolo. Il problema dell’affaire LaVine nasce però su due fronti.

Il primo, quello dei Bulls, è che la squadra non è ancora entrata in piena fase rebuilding. I giovani su cui puntare ci sono: Dosunmu, Williams e Coby White hanno rinnovato da pochissimo, con quest’ultimo che sta avendo un’ottima crescita in questa stagione anche in fase realizzativa, ma la franchigia attualmente resta in possesso di asset “competitivi” come Vucevic, DeRozan o Caruso. Demar DeRozan sarà free agent a fine stagione, forse solo allora si potranno effettivamente capire le reali intenzioni della franchigia di Chicago.

La classifica attualmente vede i ragazzi di coach Donovan galleggiare in piena zona playin e fino al termine della stagione è sempre apparso improbabile il totale smantellamento del roster in favore della riprogrammazione futura. Tutto ciò implica che le richieste dei Bulls, finora, potrebbero aver incluso non solo scelte per i Draft degli anni avvenire, ma anche giocatori pronti da affiancare alle colonne portanti attualmente in squadra, per tentare l’ultimo assalto di questo gruppo ai play-off.

Il secondo volto dell’enigma è rappresentato da LaVine stesso. Offensivamente il giocatore porta con sé un bagaglio tecnico profondissimo e un’attitudine da scorer d’élite. Le problematiche sono però rappresentate da una shot selection non sempre lucida e ragionata, talvolta forse dovuta ad una eccessiva confidenza nei propri mezzi, e da una applicazione nella fase difensiva assolutamente rivedibile.

A questo si devono aggiungere diversi infortuni che hanno tenuto spesso il giocatore ai box nelle passate stagioni, tra cui l’ultimo con conseguente intervento al piede destro che ha messo fine alla sua stagione 2023/2024, e il contratto di dimensioni monster da circa quaranta milioni a stagione che purtroppo lo rende ancor meno appetibile per le contender già cariche di All-Star e contratti pesanti.

Si era parlato a novembre di un interessamento dei Philadelphia 76ers, ma l’exploit di Maxey e la stagione estremamente solida fornita finora da Tobias Harris hanno decisamente allontanato dalla testa di Daryl Morey l’idea di affondare il colpo per LaVine.

Defilatesi anche Miami e Golden State, che hanno sensibilmente limitato le proprie manovre in questa sessione di mercato, dalle parole di diversi insider ci dicono che gli unici ad aver fatto più di un pensiero sul giocatore in maglia Bulls sono stati i Sacramento Kings e i Los Angeles Lakers di LeBron James.

La squadra losangelina era pronta a scambiare un finora ottimo D’Angelo Russell, non identificato però come profilo adatto per una run playoff competitiva. Chicago non è tuttavia apparsa entusiasta dell’offerta, desiderosa di massimizzare il più possibile il capitale LaVine, ottenendo più asset possibili per l’eventuale ricostruzione. Altri problemi su questo asse sono stati il salary cap non facile da far quadrare per i Lakers e alcuni pezzi dello scacchiere gialloviola, leggasi Austin Reaves, attualmente etichettati come incedibili.

Sponda Sacramento troviamo invece quello che è sicuramente l’approdo più esotico e affascinante per il giocatore e per gli appassionati. I Kings sono un’ottima squadra da regular season e sembrano essere a massimo due trade dal poter essere considerati una seria pretendente al titolo NBA. Ciò che manca è senza dubbio una stella da affiancare a Sabonis e Fox per poter rendere più variegata e pericolosa la manovra offensiva. LaVine sembra essere, almeno sulla carta, il feat giusto da affiancare al letale duo nero viola.

Resta il fatto però che Sacramento ha abbracciato, con la cessione di Haliburton per Domantas, il progetto “Win Now” e ciò vuol dire che le stagioni di attesa e ricostruzione sono terminate. Per dirigenza e allenatore la squadra deve farsi le ossa tastando con mano la post-season con regolarità, per poter acquisire l’unico asset che non si trova sul mercato: la mentalità vincente.

LaVine ha espresso il desiderio di giocare accanto a De’Aaron Fox, ma prendere un giocatore out for season non rientra nei piani dei Kings. L’affare non è del tutto saltato, ma sicuramente per ulteriori sviluppi bisognerà attendere il termine della stagione e osservare attentamente la run play-off della franchigia californiana.

Insomma, Zach LaVine numeri alla mano resta un giocatore di incredibile fascino per molte franchigie, ma un contratto oltremodo oneroso e alcuni limiti sui quali il giocatore non sembra aver lavorato nel corso degli anni, sembrano aver fatto calare drasticamente il suo appeal. Tutti lo vorrebbero, ma nessuno è pronto a fare follie per lui.

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