Hot take, episodio 4: NOLA deve liberarsi a tutti i costi di Ingram

Quarto episodio. Oggi parleremo di uno dei temi più caldi in casa New Orleans Pelicans: il futuro di Brandon Ingram

Brandon Ingram Team USA

Dopo aver acquisito Dejounte Murray dagli Atlanta Hawks in cambio di 2 scelte al primo giro, ossia quelle del 2025 e 2027, in cambio di Larry Nance Jr., E.J. Liddell e Dyson Daniels, i New Orleans Pelicans aggiungono in questo modo una Point Guard di livello al loro roster in vista della prossima stagione. L’ex Spurs infatti, farà coppia in maniera stabile nella backcourt titolare con C.J. McCollum, a meno di colpi di scena.

In base a questa trade, si potrebbe dedurre che la linea tracciata dalla franchigia della Louisiana per il futuro possa essere quella di costruire una volta per tutte la squadra attorno a Zion Williamson. Ad avallare ciò infatti, ci sarebbe anche da citare la partenza ufficiale di Jonas Valanciunas in direzione Washington Wizards, la quale permetterà finalmente al talento da Duke University di potersi esprimere al meglio.

Per quanto mi riguarda, il tassello finale che manca ancora ai New Orleans Pelicans per poter completare a tutti gli effetti la loro rivoluzione interna è appunto la cessione immediata di Brandon Ingram. Le condizioni fisiche precarie di Zion Williamson sono sempre state un’attenuante non da poco delle stagioni negative del team allenato da Willie Green, tuttavia questo deve essere a tutti i costi il momento della svolta.

Gli aspetti negativi di Ingram

Partendo dal presupposto che l’ex giocatore dei Lakers sia di per sé un ottimo scorer capace di segnare almeno 20 punti di media ad ogni allacciata di scarpa, il problema principale rimane comunque il pessimo fit in campo dello stesso con il classe 2000. Dato che sono entrambi degli accentratori di gioco che devono avere il monopolio del pallone durante le azioni, essi finiscono per ostacolarsi l’uno con l’altro.

Senza la palla in mano, Ingram non favorisce l’apertura degli spazi a difesa schierata, perciò diventa una pedina che intralcia il flow dell’attacco dei Pelicans. All’interno del suo bagaglio tecnico poi, BI non presenta alcuna abilità particolare nel servire i propri compagni in campo, poiché il suo ruolo è quello di finalizzatore. Proprio per questa ragione infatti, non contribuisce a mettere in moto Williamson.

Il numero 14 sta per entrare ufficialmente nel suo ultimo anno di contratto, nel quale percepirà ben 36 milioni di dollari, prima di essere eleggibile per un max contract da oltre 200 milioni spalmati in 4 anni. A quanto pare, NOLA sembra realmente intenzionata a non concedere un rinnovo a tali cifre ad Ingram, che ora si trova seriamente con le spalle al muro e forse potrebbe essere scambiato una volta per tutte.

Brandon Ingram

Il futuro ipotetico di NOLA

Al di là degli infortuni che hanno condizionato finora la carriera NBA di Williamson, egli è chiaramente il miglior cestista della squadra, nonché l’unico in grado di portarli verso la terra promessa. Ipotizzando che rimanga integro per un’intera stagione, la maggior parte degli schemi dei Pelicans devono svilupparsi attorno alla sua figura, con una serie di tiratori e facilitatori di gioco al suo fianco.

Nel roster di New Orleans sono già presenti degli ottimi difensori, su tutti Herbert Jones, ma anche dei discreti tiratori da 3 punti, come Trey Murphy III, i quali potrebbero consentire alla franchigia della Louisiana di accelerare il processo naturale che deve portare Zion ad avere le chiavi assolute della franchigia. Tra gli altri poi, i già citati C.J. McCollum e Dejounte Murray, oltre a José Alvarado, possono ovviamente essere d’aiuto.

Zion Williamson

In conclusione, deve essere imprescindibile il fatto che Williamson trovi un’autostrada libera verso il canestro, senza che nessun suo compagno di squadra occupi questa traiettoria, così che in caso di raddoppio sistematico egli possa scaricare fuori il pallone. Persino il gioco in ripartenza ne gioverebbe, qualora i vari playmaker riuscissero ad innescare il numero 1, per sfruttarne tutte le caratteristiche in campo aperto.

Tutto ciò non potrebbe mai accadere con un giocatore come Ingram che fa stagnare il pallone per trovare una conclusione in isolamento o col pick and roll. Il front office dei Pelicans deve prendere una decisione al più presto se non vuole rischiare di fallire su tutto, anche se dovesse giocarsi tutte le sue carte sul prodotto da Duke University, nonostante egli non dia mai delle garanzie assolute sul suo impiego effettivo sul rettangolo di gioco.

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