Come cambiano i GSW con l’arrivo di Dennis Schroder
L’arrivo di Dennis Schroder offre a Steve Kerr nuove opzioni strategiche. Sarà sufficiente per riportare i Warriors tra le migliori squadre della Western Conference?
Dennis Schroder è stato senza dubbio il nome più discusso nelle ultime ore. Come rivelato ieri sera da Shams Charania, il playmaker, ormai ex Brooklyn Nets, si trasferirà ai Golden State Warriors tramite una trade.
Con questa mossa, i Golden State Warriors lanciano un chiaro segnale alle altre contender e aspiranti tali della Western Conference: sono pronti a muoversi ancora sul mercato. Le priorità sembrano essere l’acquisizione di una stella da affiancare a Curry (con LeBron James – che resterà molto probabilmente un sogno – tra i nomi più chiacchierati di recente) o di un lungo per completare il roster.
Schroder è pronto a giocare un ruolo chiave nel backcourt di Golden State. Sarà un’opzione offensiva aggiuntiva, capace di guidare l’attacco quando Curry è in panchina, ma anche di affiancarlo in determinate situazioni. Il suo arrivo potrebbe ridurre il minutaggio di giocatori come Brandin Podziemski e Buddy Hield, tra gli altri
Anthony Slater, The Atlethic
L’ex Lakers sta vivendo quella che, numeri alla mano, è la sua miglior stagione, con medie di 18,4 punti, 3 rimbalzi, 6,6 assist e 1,1 palle rubate a partita. Il suo arrivo offre a coach Steve Kerr una preziosa opzione offensiva, colmando il vuoto di punti nelle mani che gli Warriors accusavano in assenza di Steph Curry.
L’arrivo di Schroder non solo aggiunge qualità offensiva, ma restituisce agli Warriors un difensore di livello sul perimetro, una caratteristica venuta meno dopo l’infortunio di De’Anthony Melton. Con il tedesco, la squadra spera di ritrovare solidità e tornare a esprimersi ai livelli dell’inizio di regular season.