LeBron-Lakers: un matrimonio destinato a finire?

I Lakers hanno preparato il terreno per un’inevitabile rivoluzione, che potrebbe coinvolgere molto presto anche LeBron James

USA TODAY - LeBron James palla in mano

Con il passare delle ore emergono nuovi dettagli sulla trade che ha sconvolto l’NBA moderna. I Dallas Mavericks hanno scambiato Luka Doncic perché non si fidano delle condizioni fisiche dello sloveno, mai davvero migliorate sebbene se ne parli da anni.

Le sue condizioni fisiche costituiscono un interrogativo troppo grande da portarsi dietro, soprattutto considerando l’estensione da 345 milioni di dollari che il 77 avrebbe ottenuto in estate.

Inoltre, le ambizioni di titolo dei Mavs escono persino rinforzate dalla trade, con quello che è diventato probabilmente il miglior roster della lega. Ma a questo punto viene da chiedersi il motivo che abbia spinto i Los Angeles Lakers a forzare la trade, inserendo nel pacchetto, oltre ad Anthony Davis e un Max Christie in crescita verticale, l’ambita prima scelta 2029, unico vero asset dei gialloviola per i Draft futuri.

La direzione che sembrava destinata ad intraprendere la dirigenza portava ad un lungo affidabile (alla Walker Kessler per intenderci) per poter schierare Anthony Davis nel suo ruolo ideale e fornire la maggior copertura difensiva che i Lakers ricercano da anni.

Ma così non è stato, fuori il 3 e dentro il 77, sviluppando un quintetto che si presenta così:

  • PG: Luka Doncic
  • SG: Austin Reaves
  • SF: Rui Hachimura
  • PF: LeBron James
  • C: Maxi Kleber / Jaxson Hayes

I difetti di questo starting five sono molteplici e vanno dalla banale assenza di fase difensiva alla totale mancanza di lunghi (perché né il Re, né Hachimura ricoprono quelle mansioni, oltre ad avere due centri improponibili per una contender), ma non solo.

La forza dei Lakers dell’ultimo periodo era stata il supplire alla mancanza di difesa aumentando esponenzialmente il ritmo di gioco in attacco, per nascondere le pecche del quintetto precedente; questa velocità, avendo Doncic, non diventa più sostenibile, finendo per generare problemi anche nella metà campo offensiva, vista l’assenza di tiratori puri.

Insomma, l’unica ragione che può aver spinto i losangelini a portarsi a casa il 77 sloveno è quella di dare un taglio netto ai reduci del titolo 2020 e inaugurare un nuovo progetto tecnico, decisamente più futuribile e che potrà vantare uno dei migliori 2-3 giocatori della lega come frontman.

Con questo scambio però, vista la mancanza di altri assets da spendere, decadono le ambizioni da titolo dei Lakers: sono troppi i difetti del roster, peraltro acuiti da questo scambio, per pensare di poterli aggiustare con qualche trade prima della deadline.

Detto ciò, cosa centra ormai LeBron James in questo progetto? Poco, praticamente nulla: a 40 anni suonati, il Re non può permettersi di perdere mezza stagione o più ad aspettare la mini-ricostruzione avviata dal front office, soprattutto vedendo gli standard di prestazione elevatissimi che ha messo in mostra persino contro gli ostici Knicks.

A questo punto, l’unica scelta saggia per entrambe le parti sarebbe quella di scambiare anche LeBron: i Lakers potrebbero fondare un progetto vincente intorno a Doncic (con basi decisamente più solide di quelle attuali) e James avrebbe la possibilità di inserirsi con decisione in qualunque contender, per sublimarne le ambizioni da titolo.

Potrà sembrare impensabile imbastire una seconda trade di questa portata dopo quella di Davis, ma non vediamo altre strade percorribili nell’ottica dei gialloviola: quante stelle farebbero carte false pur di accasarsi nella Mecca della pallacanestro accanto a Doncic per inaugurare un nuovo ciclo dorato? Tutte probabilmente, così come tutte le contender accetterebbero in cambio LeBron per puntare all’anello già da subito.

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