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Giocatori NBA con Problemi Legali

Scopriamo insieme alcuni dei giocatori NBA che hanno avuto problemi con la giustizia nel corso della propria carriera

Purtroppo non sempre i giocatori NBA, come quelli di altri sport, sono paladini della giustizia oppure la dimostrazione dell’uomo modello: alcuni di loro hanno convissuto con problemi con l’alcol, dipendenze dalla droga, liti familiari ed aggressioni portandoli sulla strada sbagliata ad avere problemi con la giustizia.

Vediamo insieme i cinque Giocatori NBA che hanno avuto problemi legali e, se al termine di questa lettura non sarete ancora sazi di comportamenti sbagliati e fuori dall’ordinario, ecco la classifica delle 10 squalifiche più lunghe della storia dell’NBA.

Un consiglio però: non prendete esempio da loro!

I 5 Giocatori NBA con Problemi Legali

1. Charles Barkley

Il primo di questa lista di nomi è Charles Barkley, uno dei pochi vincitori del premio di MVP senza mai aver vinto l’anello NBA. L’episodio a cui facciamo riferimento risale al 1997, quando “Sir Charles” vestiva i colori degli Houston Rockets.

Nell’ottobre del 1997, infatti, Barkley fu coinvolto in una rissa all’interno di un locale notturno ad Orlando, in Florida. L’accusa era di aver gettato un uomo dalla finestra dopo che un diverbio era sfociato in rissa a causa del lancio di un bicchiere contro il giocatore e altre tre donne che sedevano al tavolo con lui.

Dopo esser stato fermato dalle guardie fuori dal locale, Barkley trascorse la notte in cella per poi esser liberato in seguito al pagamento di una cauzione di sei mila dollari.

2. Jason Kidd

Anche Jason Kidd ha avuti molti problemi con la legge in più di una occasione: la prima volta fu nel 2001 quando fu arrestato per violenza domestica dopo aver abusato della moglie. Dopo questo triste episodio, Kidd fu obbligato a seguire un corso per gestire la propria rabbia.

Diversi anni dopo, nel 2012, l’allora playmaker dei New York Knicks, pochi giorni dopo la firma del suo contratto, fu arrestato ad Hampton con l’accusa di guida in stato di ebrezza dopo esser andato a sbattere con il proprio SUV contro un palo delle telecomunicazioni ed esser finito in un bosco al lato della strada.

Jason Kidd fu prima trasferito in ospedale per curare le lievi ferite che si era procurato, poi fu rilasciato dalla polizia dopo il pagamento di una cauzione evitando, così, un anno di carcere.

3. Delonte West

Nel 2009, dopo esser stato fermato dalla polizia di Cleveland per eccesso di velocità, Delonte West fu arrestato per possesso illegale di armi da fuoco: nella sella della sua moto nascondeva, infatti, due pistole ed un fucile, le quali furono consegnate alla polizia senza opporre resistenza.

Dopo l’arresto fu, in seguito, rilasciato ma, ancora oggi, non sono chiare quali fossero le intenzioni dell’ex Cavs, il quale fu costretto a scontare otto mesi di arresti domiciliari, due mesi di libertà condizionata e 40 ore di lavori socialmente utili.

4. J.R. Smith

Nel 2007 J.R. Smith vestiva i colori dei Denver Nuggets; fu proprio per le strade della città del Colorado che si consumò una tragedia che vide coinvolto il campione NBA 2020 con la divisa giallo-viola dei Los Angeles Lakers.

Erano le cinque del mattino e J.R. sfrecciava per le vie di Denver con il suo SUV quando, dopo non essersi fermato ad uno stop, andò a tamponare l’auto che lo precedeva. L’impatto fu talmente duro che “Swish” ed il suo amico, Andre Bell, furono sbalzati dall’abitacolo.

Per il primo ci furono solamente lievi ferite mentre il secondo ebbe la peggio, morendo pochi giorno dopo l’accaduto a causa delle gravi e fatali ferite riportate alla testa. Inizialmente, la condanna per J.R. Smith fu di 90 giorni di reclusione (poi ridotti a 24) e 500 ore di lavori socialmente utili, oltre ad una squalifica da parte dell’NBA.

L’ex giocatore dei Lakers si è cacciato nei guai molte altre volte: l’ultima risale al recente giugno 2020 quando ha aggredito un uomo bianco prendendolo a calci e pugni dopo che questo “buono a nulla” (come lo aveva definito Smith) aveva tentato di distruggere la sua auto.

5. Allen Iverson

All’età di sedici anni, Allen Iverson viveva ancora ad Hampton, Virginia, una cittadina che era divisa in due per motivi raziali: nel settembre 1993, The Answer si era recato in un locale per giocare a bowling coi suoi amici per festeggiare una vittoria.

Dopo alcuni inviti a fare meno confusione, la situazione degenerò improvvisamente a causa dell’intervento di un gruppo di ragazzi bianchi i quali non risparmiarono insulti ed offese raziali. Nel locale iniziarono a volare parole grosse ed oggetti: fu Iverson che, con una sedia, colpì in testa una ragazza appena 23enne, Barbara Steele.

La serata si concluse in manette per l’ex numero 3 dei Sixers ed i suoi amici; il giudice fu inflessibile: 15 anni di carcere. In seguito, la pena fu prima ridotta a 5 anni e poi a 4 mesi sia per mancanza di prove che per le continue pressioni della comunità di colore locale.

Questo del 1993 non fu l’unico episodio che ha visto l’ex numero 3 dei Philadelphia 76ers cacciarsi nei guai: solamente 4 anni dopo, nel 1997, Iverson fu arrestato sempre in Virginia per possesso di armi da fuoco e di sostanze stupefacenti, per poi essere rilasciato dopo poche ore.

6. Mikal Bridges

L’ultimo giocatore appartenente a questa lista è Miles Bridges, attualmente in forza agli Charlotte Hornets ma che, dopo le denunce ricevute la scorsa estate, non è ancora sceso in campo in questa stagione.

Lo scorso giugno, infatti, Bridges ricevette la denuncia della moglie attraverso i social, la quale affermava di aver subito un atto di violenza domestica.

Scattò l’arresto immediato per l’allora numero 0 degli Hornets: dopo il processo nel novembre dello scorso anno, Bridges è riuscito ad evitare la prigione ricevendo come pena 3 anni di libertà vigilata, associata a svariati obblighi.

Da quel momento la sua carriera in NBA ha subito un’involuzione: attualmente è Restricted Free Agent ma pare che nessuna franchigia sia interessata a firmarlo. Inoltre, gli Hornets non hanno confermato i rumors che parlavano di una possibile estensione contrattuale per il nativo di Flint.

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